Viola di Grado
Bambini di ferro
La Nave di Teseo, Collana Oceani, pag. 250, € 17,00
In libreria il 14 aprile
“Una prosa scintillante” The New York Times T Magazine
“Possiede la sapienza senza tempo dei grandi artisti” Il Sole 24 Ore
“Una lingua incredibilmente inventiva” Le Figaro
“Un furioso talento stilistico.” L’Avvenire
Tra le prime uscite della Nave di Teseo c’è il romanzo di Viola di Grado, un talento che conferma la sua forza stilistica con una storia che mette al centro della scena un tema di grande attualità: la maternità simulata o sintetica.
lunedì 18 aprile alle 18.00 – Roma, Feltrinelli, Galleria Colonna
con Paolo Crepet e Teresa Ciabatti
martedì 19 aprile alle 18.30 – Milano, Feltrinelli Duomo
con Mara Accettura, D la Repubblica
giovedì 21 aprile alle 18.00 – Bologna Feltrinelli, piazza Ravegnana
con Matteo Marchesini, Sole24Ore
Una mattina di fine estate, in un Giappone di un’era imprecisata, la direttrice dell’Istituto Gokuraku, Sada, e la sua assistente, Yuki, prelevano da una vecchia casa una bambina rimasta orfana: la piccola Sumiko. Sumiko – si accorgono presto in Istituto – non intende parlare, mangiare, interagire con niente e nessuno; i suoi occhi sono persi in un punto indefinito davanti a sé, su qualcosa che sembra nulla. Anche Yuki, 25 anni prima, è stata ospite dell’Istituto: privata dei genitori, è stata sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale, il cui fallimento ha generato dei “bambini difettosi”, confinati in istituto sotto la guida e le cure soffocanti di Sada. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata nelle spirali dei suoi silenzi e della sua fissità, trascinata in una “zona pericolosa”, uno spazio interiore frammentato da cui pensava di essere uscita per sempre. In realtà Sumiko si rivelerà essere custode dei segreti del passato e dei traumi di Yuki, ma anche la sua possibilità di salvezza.
Viola Di Grado torna con un romanzo potente sulla maternità, sui sentimenti più ancestrali, in un vertiginoso oscillare tra la più antica tradizione buddista e la gelida essenza hi-tech di un futuro già presente; con una sapienza stilistica e filosofica che la segnala come una delle scrittrici più importanti del panorama letterario contemporaneo.
Viola Di Grado (classe 1987) è l’autrice di Settanta Acrilico Trenta Lana (2011) – vincitore del premio Campiello Opera Prima e del premio Rapallo Carige Opera Prima e finalista all’IMPAC Dublin Literary Award – e di Cuore Cavo (2013), finalista al PEN Literary Award. Ha vissuto a Kyoto, Leeds e Londra, dove si è laureata in filosofie dell’Asia orientale. I suoi libri sono tradotti in otto paesi.
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