Gregor von Rezzori
La morte di mio fratello Abele
Con una nota di Claudio Magris
A cura di Andrea Landolfi
Bompiani, Grandi Tascabili, pag 752, Euro 25,00
In libreria il 18 giugno
“Rezzori è un intenso poeta dell’eros, dalla fugace avventura che ha pure in sé l’eternità dell’istante alla tenerezza profonda dell’esistenza condivisa. L’amore è nostalgia di salvare l’esistenza dal suo scorrere nel nulla.” Claudio Magris
“L’opera di Gregor von Rezzori è una delle sfide letterarie più audaci e potenti della seconda metà del XX secolo. In essa si fondono in maniera brillante e originale narrazione, ricordo e poesia. I suoi libri esprimono grande arguzia, una sbiadita malinconia, un leggero cinismo e profonda compassione. In essi echeggiano le mille voci diverse, indispensabili per raccontare la vita.” Javier Marias
“Nelle sue opere Gregor von Rezzori intraprende l’osservazione morale e personale del suo tempo; sensibile ed enigmatica, audace e mozzafiato. È una delle voci più importanti del XX secolo.” Michael Ondaatje
Pubblicato in Germania nel 1976, definito dal Premio Nobel Elie Wiesel uno dei grandi romanzi del Ventesimo secolo, La morte di mio fratello Abele rappresenta, in modo caleidoscopico e in una forma che programmaticamente si sottrae a qualsiasi ordine, cinquant’anni di storia europea, dal 1918 al 1968. Un quarantenne cosmopolita dalle origini dubbie e confuse cerca disperatamente, da anni, di scrivere il romanzo della propria generazione, l’opera che dia conto di tutte le sensazioni, gli eventi, le vibrazioni, le illusioni, la ferocia degli anni che hanno visto due guerre mondiali culminare nella definitiva “americanizzazione” dell’Europa. In un gran numero di scatoloni, che da anni trascina con sé, egli ha depositato – proprio come l’autore reale Gregor von Rezzori – una impressionante quantità di appunti, abbozzi, capitoli più o meno conclusi, resoconti di incontri. Una intera, magmatica realtà cartacea parallela alla realtà ufficiale della Storia, e che di quella costituisce ora l’integrazione, ora il ritratto, ora la smentita… Tra presente e passato, tra Parigi del 1968 e Vienna del 1938, passando per Amburgo, Norimberga, la Bessarabia, la Costa Azzurra, il romanzo narra, e insieme mette in scena, l’impossibilità “moderna” di narrare. Ma lo fa, appunto, narrando. (Andrea Landolfi)
Nuova edizione con una nota di Claudio Magris.
Gregor von Rezzori (1914-2008) è nato a Cernowitz in Bucovina, allora parte dell’impero austro-ungarico, e ha vissuto a Vienna, Bucarest, Berlino, Parigi e a lungo in Italia. Dopo la seconda guerra mondiale ha iniziato un’intensa attività di romanziere. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Storie di Maghrebinia, Edipo vince a Stalingrado, Tracce nella neve, Memorie di un antisemita.
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