Giuseppe Di Piazza con I quattro canti di Palermo (Bompiani, 2012) entra nella rosa dei tre finalisti del Premio John Fante Opera Prima. La giuria del premio è composta Francesco Durante, Masolino D’Amico ed Emanuele Trevi. La tappa finale del Premio, e l’annuncio del vincitore, si terrà a Torricella Peligna, paese d’origine di John Fante, dal 24 al 26 agosto nell’ambito del Festival letterario “Il dio di mio padre”. Gli altri libri finalisti sono: Francesco Targhetta con Perciò veniamo bene nelle fotografie (ISBN, 2012) e Donatella Di Pietrantonio con Mia madre è un fiume, (Elliot, 2011).
Giuseppe Di Piazza, I quattro canti di Palermo, Bompiani, 2012
“Una sorpresa. Un andamento narrativo che appassiona”
Camilla Baresani, Corriere della Sera
“
Uno struggente romanzo”
Renato Minore, Il Messaggero
“Quattro storie nere e rosso sangue, come in un film di Scorsese”
Cinzia Leone, Il Riformista
“Giuseppe Di Piazza racconta le donne che hanno salvato Palermo”
Raffaella Serini, Vanity Fair
“Un sentimental-noir scritto con humor e con una sensibilità quasi femminile”
Maria Simonetti, L’Espresso
I quattro canti di Palermo, arrivato in poco tempo alla terza edizione, è ambientato nei primi anni Ottanta. Un giovane cronista di ‘nera’ cerca di sopravvivere nella città della mattanza mafiosa utilizzando le uniche armi che ha a disposizione: l’amore e il sesso. Ha un doppio registro questo primo libro di Giuseppe Di Piazza: quello noir, drammaticamente legato alla storia della città, e quello generazionale. La generazione è quella che negli anni Ottanta preferiva non ascoltare la musica anni Ottanta ma Pink Floyd, King Crimson, Emerson Lake e Palmer, continuando a vivere il sogno di una vita libera, fatta di rapporti amorosi ‘reali’ senza progetti e doveri troppo istituzionali. Ma intorno a questo centro vitale non c’è una città qualsiasi: “diecimila persone vennero assassinate durante la seconda guerra di mafia che scoppiò sul finire degli anni Settanta e si concluse nel ‘93.” Le giornate del protagonista scorrono in equilibrio tra sangue pubblico – delitti, indagini, scoop – e sentimenti privati – conquiste rapinose, notti di musica, letture. Intorno a lui quattro storie nere che lo condurranno a immergersi in un mondo fatto di violenza, speranze frustrate, illusioni: un mafioso che si ribella al suo destino di killer, una modella impreparata all’urto della vita, un padre impastato d’odio, una figlia in cerca del proprio onore. Quattro storie che agli occhi del protagonista, “occhi di sonno” per via delle tante notti perse, diventano canti di una città disperata e seducente. I quattro canti di Palermo sono una piazza, o meglio un incrocio, tra via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, il cuore della città. Ma il protagonista, con il suo racconto appassionato sembra alludere a un quinto canto “impercettibile alla vista, il più visibile per chi è andato via da Palermo: il canto dell’assenza”.
Giuseppe Di Piazza ha cominciato la sua carriera giornalistica nel 1979 al quotidiano L’Ora di Palermo. Lavora al Corriere della Sera. È stato direttore di Max, di Sette e dell’Agenzia Agr. Insegna all’Università Iulm e nel 2011 ha esordito come fotografo con la mostra Io non sono padano. Questo è il suo primo romanzo.
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