EMANUELE BECHERI
APRÈS COUP

Museo Marini Marini
Piazza San Pancrazio – Firenze
30 gennaio – 28 febbraio 2009

Il Museo Marino Marini inaugura venerdì 30 gennaio 2009 après coup, una mostra personale di Emanuele Becheri (Prato, 1973), a cura di Simone Menegoi.

L’artista espone alcune opere inedite, per la maggior parte realizzate per l’occasione e calibrate sugli spazi del museo: un lavoro su carta, una serie di fotografie, alcuni oggetti combusti e un’installazione sonora collocata nella grande cripta sotterranea.
La disciplina di riferimento di Emanuele Becheri è il disegno. Tuttavia, dopo aver realizzato negli anni scorsi un corpus consistente di opere su carta, nelle mostre più recenti ha presentato sculture, video e opere sonore: creazioni in cui il disegno si ripresenta come concetto astratto, come metafora, al limite come paradosso. Nel passaggio da un medium all’altro l’artista mantiene comunque immutate alcune linee-guida, prima fra tutte l’idea di creare le proprie opere grazie a processi dotati di una logica autonoma, controllabile solo in parte.
Uno di questi processi è la combustione. L’artista esporrà al Museo alcuni oggetti carbonizzati, neri e fragili come se fossero stati tracciati a carboncino su un foglio. Opere in cui il disegno si fa tridimensionale, e la sua esecuzione è lasciata al fuoco.
Il fuoco, attraverso le sue conseguenze, è protagonista anche di altre due opere in mostra, una installazione sonora e un ciclo di fotografie. Entrambe fanno riferimento all’installazione video Time out of joint, presentata nella mostra da poco conclusa al Padiglione d’arte contemporanea di Ferrara: tre proiezioni in cui altrettanti accendini, incendiati dalla loro stessa fiamma, crepitano, esplodono, si consumano e vengono inghiottiti di nuovo dal buio che li circonda. Il repertorio di rumori prodotti dalla combustione viene proposto al Marino Marini come opera a se stante. Registrati su alcuni vinili di durata diversa, suonati contemporaneamente, i rumori danno vita a un tessuto stratificato e complesso, che non si ripete mai identico. Le fotografie, dall’ambientazione notturna e dalla sottile atmosfera noir, mostrano invece i resti di accendini abbandonati sull’asfalto.
Conclude idealmente aprés coup, un’opera realizzata in precedenza, appartenente alla serie Rilasci: un grande foglio di carta in cui un segno tracciato dall’artista, minimo e quasi impercettibile, dialoga con le pieghe casuali ottenute accartocciando il foglio stesso. Il lentissimo (e idealmente mai concluso) dispiegarsi del foglio sotto l’effetto della gravità e lo scricchiolio che produce, talmente debole da essere puramente virtuale, contengono già in sintesi gli elementi che sono protagonisti della mostra fiorentina: il tempo e il suono.
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo accompagnato da un vinile.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio.

Emanuele Becheri nasce a Prato nel 1973, dove vive e lavora. La prima mostra Donner à Voir nel 2004 segna la prima tappa decisiva nel suo percorso e presenta una serie di disegni prodotti nella completa oscurità. Nel 2005, invitato ad un progetto speciale nella rassegna Arte all’Arte a cura di Associazione Continua, crea una stanza completamente bianca dove traccia, sempre nell’oscurità un grande disegno sul pavimento chiudendo e aprendo così  la riflessione sull’origine del disegno che non abbandonerà negli anni successivi. Nel 2006 presenta un nuovo ciclo di lavori che chiama Rilasci (esposti a Bregenz, Palais de Thurm und Taxis), lavori sempre e comunque legati ad una perdita di autorità sull’opera; semplici carte accartocciate appese in teche verticali , abbandonate al tempo , scolpite dalla forza di gravità. Nel 2007 espone al Museo di Arte Contemporanea Luigi Pecci nella mostra Nessuna Paura enormi carte nere attraversate dalle scie luminose di chiocciole lasciate libere di vagare sui fogli, dove l’artista non fa nient’altro che guardare l’opera nel suo formarsi. Nel 2008 presenta nella personale Shuffling the same card lavori di varia natura, essi appartengono a momenti diversi del suo percorso e mettono in evidenza una coerenza stilistica ma soprattutto intrinseca nel lavoro degli ultimi anni. Sempre nel 2008 espone a Bangkog, nella mostra All Our Every Days un progetto di scultura (Killing the time) dove affida l’esecuzione delle sculture a degli sconosciuti i quali producono lavori imprevisti e imprevedibili. L’ultimo lavoro – Time out of joint esposto al PAC di Ferrara – consiste in un’installazione composta da tre video proiezioni; ogni proiezione mostra un accendino, nella notte, in aperta campagna, sul bordo di una strada asfaltata. Questi accendini dopo essere stati arrogati dal loro stesso fuoco si consumano fino ad essere di nuovo inghiottiti dal buio da cui provengono.

Simone Menegoi (Verona 1970, vive fra Verona e Milano). Dal 1997 al 2003 si è occupato d’arte contemporanea principalmente come giornalista. È stato redattore di “Tema Celeste” e “Il Giornale dell’Arte”, ha collaborato con varie riviste di arte e architettura e con il quotidiano “Corriere della Sera”. Dal 2004 è critico e curatore indipendente, in questa veste ha realizzato mostre e cataloghi per varie gallerie private e per spazi non-profit italiani.
Nel 2008 è stato curatore in residenza presso il Centro per l’arte contemporanea La Galerie (Noisy-Le-Sec, Parigi). Dal 2006 al 2008 ha avuto una rubrica fissa sul free-press magazine “Mousse”. Attualmente collabora con le riviste “Spike” e “Flash Art”.
È consulente della residenza per artisti “Diogene” (Torino).

Informazioni:
Museo Marino Marini
Firenze, Piazza San Pancrazio – Tel. 055 219432
info@museomarinomarini.it

Orario di apertura:
dalle 10 alle 17, esclusi la domenica e il martedì