Mostra
IL TURBAMENTO CURATO
Strumenti medici e scientifici dell’Ospedale Psichiatrico di Maggiano
Lucca, Palazzo Ducale, 4 – 14 dicembre 2008
Inaugurazione 4 dicembre ore 17.30
Convegno
IL TURBAMENTO E LA SCRITTURA
Lucca, Palazzo Ducale, 5 – 6 dicembre
La Fondazione Mario Tobino inaugura le celebrazioni del centenario della nascita dello scrittore toscano, con una mostra, Il turbamento curato, e un convegno, Il turbamento e la scrittura, che si terranno nella cornice di Palazzo Ducale, dedicati da un lato agli strumenti del disagio mentale così come sono stati conservati nell’Ospedale Psichiatrico di Maggiano e dall’altro al disagio e al turbamento in relazione alla scrittura e alla creatività letteraria.
Mario Tobino (1910-1991) è la figura che per eccellenza coniuga i due aspetti: scrittore chiave del Novecento italiano, direttore per lunghi anni del manicomio di Maggiano, ha narrato con grande rigore e con grande passione la follia del microcosmo, dell’universo chiuso del nosocomio in molti romanzi dalle “Libere donne di Magliano” a “Per le antiche scale”. Il progetto, nato con il patrocinio della Provincia di Lucca, del Comune di Viareggio, del Comune di Lucca e degli eredi Tobino, è stato realizzato grazie al contributo della Regione Toscana, dell’USL2 di Lucca e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
LA MOSTRA
Il turbamento curato, Strumenti medici e scientifici dell’Ospedale Psichiatrico di Maggiano
Curatori: Franco Bellato, Gino Fornaciari, Marco Natalizi, Renzo Sabbatini
Maggiano è il più antico manicomio italiano: era infatti il 20 aprile 1773 quando “un cerusico e sette serventi” salirono all’ex monastero di Fregionaia sulla collina lucchese, insieme a undici alienati, fino ad allora detenuti nelle carceri cittadine, e a otto altri malati. La mostra Il turbamento curato racconta una storia lunga 205 anni fatta di camicie e letti di contenzione, elettroshock, manicotti di sicurezza, strumenti diagnostici di ogni genere, fonendoscopi, maschere di Esmarch, inquietanti strumenti per misurare il vuoto e guanti volumetrici per misurare le alterazioni affettive. Nella mostra di Palazzo Ducale compaiono gli oggetti primordiali della pratica psichiatrica: oggetti semplici come la scodella di pane che, prima dell’avvento della psicofarmacologia, era il piatto innocuo dentro il quale il paziente poteva mangiare senza procurarsi lesioni, o estremamente complessi come il chirografo di Helmholz, un apparecchio capace di tramutare in grafico le variazioni di energia dei pazienti, inventato a metà Ottocento dall’omonimo padre della psicofisiologia.
Prima di una serie di mostre che caratterizzeranno le celebrazioni del centenario dello psichiatra e scrittore Mario Tobino, gli oggetti della mostra Il turbamento curato approdano per la prima volta fuori dalle mura del manicomio e consentono di presentare a un vasto pubblico una selezione degli strumenti in possesso della Fondazione e di nuovi reperti emersi dalle recenti ricerche promosse da un progetto della USL e della Fondazione Mario Tobino, che si ripropone di catalogare i beni strumentali e scientifici giacenti presso il complesso dell’ex-Ospedale Psichiatrico di Maggiano.
Il filo conduttore della mostra è il turbamento: in primo luogo, banalmente, inteso come sintomo oggettivo del male, in secondo luogo come reazione soggettiva del visitatore di fronte all’orizzonte claustrofobico della quotidianità del manicomio. Tra gli oggetti esposti, pochi rispetto agli oltre duecento in fase di schedatura, certo non potevano mancare la macchina per l’elettroshock o la camicia di contenzione, ma è stato inserito anche il forcipe (allusivo ad un evento non raro in un manicomio, come non raro era il suicidio) svariati strumenti della medicina e chirurgia generiche, attrezzature da laboratorio, fotografie di ricoverati: tutti “oggetti” – nella loro normalità – altrettanto esemplificativi di una comunità chiusa e autoreferenziale. Le scelte espositive (dalla modulazione degli spazi ai colori, dalle luci al sottofondo sonoro con poesie e testimonianze di Alda Merini) vogliono facilitare una fruizione interiore, senza alcuna concessione alla violenza dello spettacolo del male. L’intento non è quello di sconvolgere il visitatore suscitando reazioni tanto forti quanto momentanee, ma piuttosto di produrre in lui quello spaesamento e quel malessere emotivo che induce alla riflessione.
IL CONVEGNO
Il turbamento e la scrittura
A cura di Giulio Ferroni
Intervengono Beatrice Alfonzetti, Antonella Anedda, Alfonso Berardinelli, Eugenio Borgna, Claudia Carmina, Marosia Castaldi, Milo De Angelis, Primo De Vecchis, Salvatore Ferlita, Roberto Gigliucci, Raffaele Manica, Graziella Magherini, Camilla Miglio, Guido Padano, Adolfo Pazzagli, Domenica Perrone, Katia Rossi, Michele Zappella.
Proiezione di una video-intervista con Andrea Zanzotto, a cura di Laura Barile e Francesco Carbognin.
Si chiuderà con una video intervista a Andrea Zanzotto, che risponde a quattro domande sulla relazione tra la “ferita” e “farmaco”, il convegno organizzato dalla Fondazione Mario Tobino che mette in luce il nesso che la scrittura letteraria ha intrattenuto in ogni tempo con il disagio psichico. Il tentativo è quello di interrogare i linguaggi che, di fronte alla pressione insopportabile del mondo esterno, attingono agli strati profondi della psiche, ne esprimono il malessere.
L’attenzione a questa tematica si riconnette direttamente all’opera di Mario Tobino, psichiatra e scrittore, che in alcuni suoi grandi libri ha dato piena voce alla sofferente umanità dei malati psichici. Il convegno, che si aprirà con una relazione del Presidente della Fondazione Andrea Tagliasacchi, avrà nell’opera di Tobino un punto di riferimento essenziale, proponendo una serie di riflessioni, sia dal punto di vista psichiatrico che dal punto di vista letterario, sui diversi modi in cui il turbamento entra dentro la scrittura. Alcune relazioni parleranno anche della posizione “scomoda” che portò Tobino a criticare la riforma Basaglia, e a entrare in conflitto con “i novatori”. Le sue posizioni che allora sembrarono conservatrici rivelano, oggi, tutta la carica di responsabilità, di apprensione, di vicinanza per le sorti del malato. È importante riscoprire il lavoro psichiatrico di Tobino, il suo modo di aver a che fare con i pazienti, la sua metodologia di cura (che emerge anche nei romanzi), la sua posizione contro la 180: un Tobino inedito e cruciale che ci aiuta a comprendere meglio cosa è successo nella psichiatria italiana a partire dagli anni Settanta, un uomo comprensivo del problema della follia che si esprimeva con formule e posizioni che allora parvero non politicamente corrette e che oggi meritano la più profonda attenzione.
Dal punto di vista letterario si affronteranno i diversi modi in cui la scrittura si è fatta carico del turbamento, nel suo vario disporsi nel tempo. Si distingueranno i caratteri in cui il disagio si è manifestato e si è espresso nelle società storiche e quelli che assume nella modernità e nel mondo contemporaneo. E si metterà in luce la modificazione essenziale che, nei modi di espressione del turbamento, è stata data dall’avvento della psicanalisi e dalle sue diverse tendenze. Alle immagini estreme della follia, date da grandi personaggi di finzione della letteratura antica e moderna (Aiace, Orlando, don Chisciotte) si affiancheranno quelle delle persone degli scrittori che hanno scavato fino in fondo nel malessere individuale e sociale, che nel carattere estremo della loro opera hanno sentito gravare il peso della follia, fino a soccombere ad essa (Tasso, Hölderlin, Maupassant, Nietzsche, Celan, ecc.); e quelle di coloro che, specie nell’ultimo secolo, hanno intrattenuto un dialogo continuo tra il “disagio della civiltà” (titolo di un famoso saggio di Freud) e un’angoscia personale, che ha prodotto una scrittura programmaticamente turbata, dissolvendo i modi tradizionali di espressione (da Ottiero Ottieri a Fabrizia Ramondino). E si verrà a considerare come, in tutte queste sue diverse manifestazioni, il turbamento della scrittura si dà come riflesso e insieme come critica nei confronti delle storture e della violenza della società, della pressione che essa esercita sulle aspirazioni, sui desideri, sulle esistenze degli individui.
Le prospettive teoriche, storiche e critiche delle varie relazioni approderanno ad un diretto incontro con l’esperienza di alcuni scrittori contemporanei (Antonella Anedda, Marosia Castaldi, Milo De Angelis) che parleranno del proprio rapporto con la scrittura in una tavola rotonda finale che si aprirà con il filmato di un’intervista appositamente rilasciata da Andrea Zanzotto, la cui grande poesia costituisce una delle manifestazioni più alte di un turbamento che è insieme dell’individuo, della società, dell’ambiente mentale e di quello fisico.
La Fondazione
Nata nel marzo 2006 grazie all’impegno della Provincia di Lucca, del Comune di Viareggio, dell’Azienda USL 2 di Lucca degli eredi di Mario Tobino, e, oggi, anche del Comune di Lucca, la Fondazione Mario Tobino ha già avviato l’imponente opera di restauro dell’ex-Ospedale psichiatrico di Maggiano dove lo scrittore-medico ha abitato e lavorato per molti anni. Scopo primario della Fondazione è proprio la ristrutturazione di quello spazio speciale e mitico per Tobino, luogo che conserva la sua cameretta, lo studio, la biblioteca scientifica e tutte le sue cartelle psichiatriche, materiale prezioso e inedito che inizia adesso ad essere catalogato e messo a frutto. Nel solco della più avvertita storiografia, la ricerca sul complesso di Fregionaia, valorizzando uno straordinario e finora trascurato patrimonio archivistico, utilizzerà lo studio delle malattie mentali come chiave per l’approfondimento dei meccanismi politici, economici e sociali dell’intera comunità. È un progetto ambizioso, che vedrà la pubblicazione nel corso del 2009 del Catalogo di tutta la strumentazione medica, come prima tappa della costituzione del Museo, del Centro di documentazione e di ricerca.
Presidente Andrea Tagliasacchi; Vicepresidente Franco Bellato; Direttore Marco Natalizi.
Comitato Scientifico Laura Barile, Luciano Del Pistoia, Alba Donati, Giulio Ferroni, Paola Italia, Gloria Manghetti, Enrico Marchi, Enrico Stumpo, Michele Zappella, Luisa Zappella.
Il Comitato Scientifico ospita per le iniziative speciali: Mario Monicelli e Manlio Cancogni, Robert Pogue Harrison e Rebecca West (insigni italianisti rispettivamente della Standford University di Palo Alto e dell’Università di Chicago), lo psichiatra Arnaldo Ballerini e lo storico Stefano Bucciarelli.
Fondazione Mario Tobino
Tel. +39 0583 417481 -298
www.fondazionemariotobino.it