FESTA DEL BORGO DELLA POESIA
Domenica 12 ottobre dalle ore 14.30
Domenica 12 ottobre 2008, per le vie di Castelvecchio Pascoli, si terrà la tradizionale Festa del Borgo della Poesia, che nella sua veste autunnale propone una serie di eventi per ricordare proprio la venuta di Giovanni Pascoli a Castelvecchio il 15 ottobre 1985.
1. Pascoli e Puccini – la mostra
Quest’anno, come per tutte le altre iniziative del 2008, la Fondazione Giovanni Pascoli dedica la Festa del Borgo della Poesia al legame tra il poeta e Giacomo Puccini, in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario della nascita del compositore lucchese. La Fondazione assieme al Comune di Barga, alla Misericordia di Castelvecchio Pascoli e alla Provincia di Lucca ha organizzato una giornata di eventi, grazie anche al contributo della Regione Toscana, della Fondazione Banca del Monte di Lucca e della ditta Guidi Gino s.p.a.
Il via alle manifestazioni è previsto per domenica 12 ottobre alle ore 14.30, con una visita guidata gratuita alla Casa Museo e alla mostra allestita nella Foresteria dal titolo “Caro grande poeta”. Gli autografi di Giacomo Puccini conservati a Casa Pascoli.
2. Pascoli primo portavoce degli emigranti – un nuovo libro
Seguirà alle 15.00 la presentazione del nuovo volume della collana “I tesori di Casa Pascoli” della casa editrice Pacini Fazzi di Lucca, a cura di Marinella Mazzanti e Umberto Sereni, dedicato all’articolo Meditazioni d’un solitario italiano. Un paese donde si emigra, scritto da Giovanni Pascoli per il giornale argentino “La Prensa” nell’agosto 1908. Proprio con questo articolo infatti Pascoli iniziò la sua collaborazione con il periodico sudamericano, da cui era stato chiamato, in veste di corrispondente dall’Italia, per sostituire Giovanni De Amicis, l’autore del libro Cuore, venuto a mancare nel marzo 1908.
Come evidenziano i curatori del volume, grazie alla squisita sensibilità poetica, Pascoli, sapendo di rivolgersi alla numerosa comunità italiana presente in Argentina, ribaltò completamente la prospettiva del fenomeno migratorio diffusa in quel tempo, esaltando invece la dignità e l’orgoglio di una scelta sofferta, attuata da molti compatrioti per migliorare le proprie condizioni di vita. Questo articolo riscosse un immediato successo tra i connazionali emigrati, mentre in Italia è rimasto poco conosciuto fino agli anni Novanta, e adesso viene proposto per la prima volta anche nella traduzione in lingua inglese e corredato da immagini provenienti dall’Archivio di Casa Pascoli e dalla Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana.
3. La festa del Borgo della Poesia
Nella Chiusa di Casa Pascoli sarà poi possibile degustare i prodotti tipici dell’autunno, come le mondine, le frittelle di farina di castagne e la Befana di Castelvecchio, grazie all’impiego dei volontari della Misericordia e dei Donatori di Sangue. Il pomeriggio sarà dedicato ai “giochi di una volta”, proposti sia a grandi che a piccini dall’associazione “Gioco giocattolo, il filo della memoria”.
La giornata si concluderà con uno spettacolo di musica e poesia del Corpo Musicale “Giacomo Puccini”di Nozzano Castello (LU), dedicato al musicista lucchese, e con una interpretazione in prosa dell’attore Piero Nannini, tratta proprio dall’articolo pascoliano Meditazioni d’un solitario italiano. Un paese donde si emigra.
Giovanni Pascoli
(S. Mauro di Romagna 1855 – Bologna 1912)
All’età di dodici anni perde il padre, ucciso da una fucilata sparata da ignoti; la famiglia è così costretta a lasciare la tenuta che il padre amministrava e perde la tranquillità economica di cui godeva. Nei successivi sette anni Pascoli perde la madre, una sorella e due fratelli; prosegue gli studi a Firenze e poi a Bologna. Qui aderisce alle idee socialiste, fa propaganda e viene arrestato nel 1879; nel 1882 si laurea in lettere. Insegna greco e latino a Matera, Massa e Livorno, cercando di riunire attorno a sé i resti della famiglia e pubblicando le prime raccolte di poesie: “L’ultima passeggiata” (1886) e “Myricae” (1891).
L’anno seguente vince la prima delle sue 13 medaglie d’oro al concorso di poesia latina di Amsterdam. Dopo un breve soggiorno a Roma, va ad abitare a Castelvecchio con la sorella Mariù e passa all’insegnamento universitario, prima a Bologna, poi a Messina e a Pisa; pubblica tre saggi danteschi e varie antologie scolastiche. La sua produzione poetica prosegue con i “Poemetti” (1897) e i “Canti di Castelvecchio” (1903); sempre nel 1903 raccoglie i suoi discorsi sia politici (si era intanto convertito al credo nazionalista), che poetici e scolastici nei “Miei pensieri di varia umanità”. Rileva poi la cattedra di letteratura italiana a Bologna, succedendo al Carducci al cui insegnamento si riallaccia; pubblica gli “Odi ed inni” (1907), le “Canzoni di re Enzo” e i “Poemi italici” (1908-11). Nel 1912 la sua salute peggiora e deve lasciare l’insegnamento e curarsi a Bologna, dove muore poco dopo.