PREMIO MONDELLO – CITTÀ DI PALERMO
XXXIV EDIZIONE
Palermo, 24 maggio 2008
ANTONIO SCURATI E ANDREA BAJANI

VINCITORI EX AEQUO DEL SUPER MONDELLO 2008

I vincitori del Premio Mondello-Città di Palermo sono quest’anno due: Andrea Bajani con Se consideri le colpe, edito da Einaudi, e Antonio Scurati con Una storia romantica, edito da Bompiani, hanno infatti vinto ex aequo questa edizione del premio.

   

I voti congiunti della giuria degli studenti delle 8 scuole superiori di Palermo e della giuria dei critici hanno decretato la vittoria di Antonio Scurati e di Andrea Bajani – entrambi hanno ottenuto 8 voti – su Flavio Soriga che con il suo Sardinia Blues (Bompiani) ne ha ottenuti solo 5.
La cerimonia si è tenuta sabato 24 maggio, alla Galleria d’Arte Moderna S. Anna di Palermo.

Motivazione della giuria:
“Con Se consideri le colpe, titolo tratto dalla liturgia dei defunti, Andrea Bajani consegue una maturità di stile ed espressione che lo conferma come uno degli autori di punta della sua generazione. Il romanzo, scritto in seconda persona come lunga lettera alla madre morta in Romania, dove si era definitivamente trasferita, non traccia il banale profilo di una vita scandita dall’assenza, ma muove almeno tre grandi aree tematiche che sono rinvenibili nell’identità, nel viaggio, nella morte, cucendole in un’espressività schietta, prossima al parlato, senza maschere retoriche o eccessivi controlli linguistici che avrebbero certamente rallentato l’efficacia della narrazione. L’opera si presenta anche sotto l’insegna del romanzo di formazione, di cui riprende certe strutture, come l’andamento a episodi, ma dietro le vicende dei protagonisti si agita tutta la complessa realtà di una democrazia ancora giovane e incosciente, che ancora si misura con il grande emblema ereditato dall’era di Ceausescu: il grande palazzo dittatoriale, una sagoma che incombe sulle prospettive di Bucarest come una sorta di monito della Storia o come un contenitore ormai privo di alcun vero significato. Si tratta di una dimensione che avrebbe potuto comportare il rischio di una eccessiva deriva tematica, invece è solo sapientemente accennata, intrecciandosi con la condizione dei protagonisti, anche determinandone le sorti, ma restando per l’appunto sullo sfondo a dimostrare, da parte di Bajani, la capacità di controllo, l’accurata gestione dell’economia del romanzo.”

“Terzo impegno narrativo di Antonio Scurati, Una storia romantica coniuga passione e fede politica, amore e tradimento, amicizia, illusione e disillusione. Fulcro, le cinque giornate di Milano, quelle del marzo del 1848, quando la città, in una prodigiosa unione di popolani e di notabili, si rivolta contro gli austriaci, mette in fuga l’esercito più potente del mondo e si esalta nel sentimento di una illusoria liberazione. Su questo sfondo, l’amore travolgente e funesto tra il giovane marchese Jacopo Izzo Dominioni e la bellissima Aspasia. Funesto, poiché Aspasia è la sposa promessa di Italo Morosini, amico di Jacopo e anche lui eroe delle cinque giornate. Affiora qui immediatamente il tema del tradimento, un tradimento che finirà per investire nel tempo, e in distinta misura, uomini e ideali. Romanzo storico, a suo modo e a una pigra impressione. L’ordito turgido e sofisticato travalica in effetti il puntuale affresco storico, e introduce nella seducente temperie del grande romanzo d’avventura e popolare, dei cui ingredienti canonici vendetta, tradimento, agnizioni, morti apparenti, segreti e così avanti – nessuno l’autore trascura.
Ad alimentare il suo immaginario, una varietà di citazioni e di prestiti dalle fonti più diverse e apparentemente incompatibili, nella certezza che così come gli uomini nascono da altri uomini, i libri nascono da altri libri, o da altre sfere dell’immaginazione, film, spettacoli teatrali, musicali, tv e via discorrendo, in una generazione senza fine di simboli eloquenti, racconti che fecondano altri racconti.
Abilissimo bricoleur, Scurati si impossessa di quel che trova, lo aggiusta, lo adatta, se ne appropria ricostruendolo sui resti di un naufragio culturale: e attraverso tale strategia narrativa, dà vita ad una storia con un intenso potere di seduzione, sorretta dall’ambizioso intento di restituire, attraverso i mezzi di una moderna sensibilità, fiato e vigore ad un genere letterario oggi costantemente insidiato dalla banalità e dalla precarietà dei linguaggi egemoni.”

Gli altri vincitori sono: per la Poesia “Premio Ignazio Buttitta”: Elio Pecora, Simmetrie (Mondadori); Opera Prima: Luca Giachi, Oltre le parole (e/o), Opera di traduzione “Premio Agostino Lombardo”: René De Ceccatty per la traduzione de I due amici di Alberto Moravia – Les deux amis (Flammarion); Premio per la Comunicazione: Sabrina Giannini; Premio Speciale della Giuria: Tzvetan Todorov La letteratura in pericolo (Garzanti); Premio Speciale del Presidente della Giuria: Milena Gabanelli.

Andrea Bajani (Roma, 1975) vive a Torino. Nel 2002 pubblica il suo primo romanzo, Morto un papa (Portofranco), cui fa seguito, l’anno successivo, il breve romanzo picaresco Qui non ci sono perdenti (Pequod). La pubblicazione del suo terzo romanzo, Cordiali saluti (Einaudi 2005), viene accolta con entusiasmo da critica e pubblico, e il romanzo viene tradotto in Francia. Cordiali saluti, che ha al centro la storia di uno scrittore di lettere di licenziamento, inaugura una stagione di romanzi italiani dedicati al tema del lavoro. Nel 2006 esce il reportage Mi spezzo ma non m’impiego (Einaudi), viaggio-inchiesta nell’universo dei nuovi lavoratori precari. Del 2007 è il romanzo Se consideri le colpe, salutato dalla critica come uno dei romanzi più importanti degli ultimi anni, e in corso di pubblicazione anche presso Gallimard. Ha preso parte a molte antologie, tra cui Scrivere sul fronte occidentale (Feltrinelli, 2002), Deandreide (Bur, 2006) e Ho visto cose (Bur, 2008). Per il teatro, è coautore dell’ultimo spettacolo teatrale di Marco Paolini, Miserabili, attualmente in cartellone in molti teatri italiani. Collabora con Rai Radio Due, dove ha condotto la trasmissione “Trame”. Collabora con i quotidiani “La Stampa”e “l’Unità”.
Se consideri le colpe (Einaudi). Lui è uno dei tanti italiani che atterrano a Bucarest, ma spinto fin laggiù da un motivo diverso da tutti gli altri. Gli uomini che scendono dall’aereo prima di lui hanno scarpe dalla punta quadrata e cravatte con il nodo troppo largo: sono in cerca di fortuna, hanno trasferito lì le aziende, tirato su capannoni e comprato fuoristrada per mettere le mani su donne e denaro. Lui deve seppellire una madre che non è mai stata sua per davvero, se non in un’infanzia – magica nel ricordo – di pazza allegria: una donna carica di sogni, che un giorno di molti anni prima si è lasciata alle spalle lui e tutto il resto per seguire un progetto improbabile e una passione mal riposta. Una storia d’amore totale all’orizzonte di un mondo che scambia per oro tutto quello che luccica.

Antonio Scurati (Napoli, 1969) è ricercatore presso l’Università Iulm di Milano dove coordina il laboratorio di scrittura creativa. Ha pubblicato, tra l’altro, Televisioni di guerra (Ombre Corte, 2003), Guerra. Narrazioni e culture nella tradizione occidentale (Donzelli, 2003), La letteratura dell’inesperienza (Bompiani, 2006) e il romanzo Il rumore sordo della battaglia (Mondadori, 2002). Per l’editore Bompiani, nel 2005, è uscito il romanzo Il sopravvissuto con il quale ha vinto la 43esima edizione del Premio Campiello. È curatore, per Bompiani, della collana “Agone” ed editorialista de “La Stampa”.
Una storia romantica (Bompiani) 1848. La rivoluzione infiamma l’Europa. Milano insorge contro la dominazione austriaca. In soli cinque giorni un popolo conquista la libertà, una nazione nasce, un uomo e una donna si amano perdutamente. Per farlo tradiscono tutti, rimanendo fedeli soltanto a se stessi, alla terribile purezza di un sentimento assoluto. 1885. Il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini riceve un manoscritto anonimo. Quelle pagine, con la violenza del rinculo di una fucilata, lo sospingono indietro di quarant’anni, al momento fatidico in cui un manipolo di giovani male armati alzò le barricate per le strade di Milano e sconfisse l’esercito più potente del mondo, abbattendo a sassate l’aquila dell’impero asburgico. Ma in quelle pagine si racconta anche la bruciante passione d’amore che travolse la bella Aspasia, allora musa della rivolta, ora fedele e remissiva moglie del senatore. In un mondo invecchiato, in un’Europa insanguinata dal terrorismo anarchico, quando tutte le illusioni sembrano perdute e tutte le passioni spente, il destino picchia alla porta per la resa dei conti. Intrecciato a un potente quadro del nostro Risorgimento – l’epoca più eroica e dimenticata della nostra storia – ambientato e scritto come un romanzo ottocentesco, Una storia romantica parla in realtà di noi, di come, straziati da una dolorosa precarietà sentimentale, siamo condannati a vivere tra le rovine di un mondo che sognò gli ideali e gli amori assoluti.