VINICIO BERTI
Omaggio a 100 anni dalla nascita
CONVEGNO
a cura di
Sergio Risaliti e Luca Nannipieri
28 giugno 2021
Firenze, Palazzo Vecchio (Sala d’Arme) e Museo Novecento (Sala Cinema)
In occasione del centenario della nascita di Vinicio Berti (Firenze 1921-1991), il Museo Novecento presenta AVANTI POPOLO! VINICIO BERTI. Omaggio a 100 anni dalla nascita, giornata dedicata al grande maestro fiorentino, la cui opera è profondamente legata alla città in cui ha operato per tutta la propria vita. Il convegno, a cura del direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti e del critico d’arte Luca Nannipieri, realizzato in collaborazione con la Galleria Frittelli, si terrà lunedì 28 giugno 2021 nelle sedi di Palazzo Vecchio (Sala d’Arme) e Museo Novecento (Sala Cinema).
La giornata intende gettare nuova luce sulla lunga e articolata ricerca dell’artista fiorentino, grazie al coinvolgimento di studiosi ed esperti di diverse discipline, a partire dalla ricostruzione del legame tra il Museo Novecento e lo stesso Berti. Il patrimonio custodito all’interno delle ex Leopoldine, infatti, si lega indissolubilmente allo spirito di solidarietà manifestato dalla comunità artistica italiana e internazionale all’indomani dell’alluvione del 1966. Nel 2015, a integrazione di queste importanti e preziose donazioni, è giunto nelle Collezioni civiche del Comune di Firenze il grande lascito di Vinicio Berti: una raccolta di circa 600 opere, donate dalla vedova dell’artista, Liberia Pini, insieme a numerosi manoscritti, documenti e lavori grafici.
“Questo evento – sottolinea l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – vuole essere un primo, tangibile segno di gratitudine verso un grande artista e un modo per valorizzare il suo ingente lascito al Comune di Firenze. Tra le opere donate, già di una settantina si è concluso il restauro e mi auguro ci sia presto la possibilità, compatibilmente con le condizioni sanitarie, di poter organizzare una esposizione monografica dedicata a Berti di cui proprio quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa”.
“A cento anni dalla nascita, il Museo Novecento rende omaggio a Vinicio Berti, tra le personalità artistiche più influenti della metà del secolo scorso. Indiscusso protagonista del dopoguerra fiorentino, Berti intreccia indissolubilmente la propria parabola artistica con quella esistenziale, connotata dal forte impegno politico e sociale” commenta Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. “La scelta del titolo del convegno, AVANTI POPOLO!, fortemente evocativo, vuole rimarcare proprio questo aspetto, senza il quale non sarebbe possibile comprendere pienamente l’aspetto formale dell’arte prodotta dal grande maestro fiorentino. Nel suo progetto di valorizzazione della figura e delle opere di Berti, seicento delle quali sono conservate nelle Collezioni civiche, il Museo Novecento ha in programma, oltre al convegno, una mostra dedicata al pittore in una delle sale delle ex Leopoldine e una pubblicazione, con la quale archiviare e far conoscere il patrimonio di dipinti donati al Comune dalla vedova dell’artista”.
Partendo dall’indagine sulla parabola creativa di Vinicio Berti, segnata dalla folgorante stagione dell’Astrattismo Classico, si intende poi proseguire con una riflessione più ampia sulle profonde implicazioni politiche del suo lavoro. Il recupero di aneddoti e fatti salienti che hanno contraddistinto il percorso dell’artista verrà affiancato a uno studio più attento dei temi e dei modi del suo stile pittorico, in costante dialogo con la ricerca nel campo della grafica. Grazie al contributo di critici e intellettuali di diversa provenienza e formazione, sarà inoltre possibile ampliare la ricostruzione a partire da un’analisi del profondo rapporto con l’architettura e la carta stampata.
“L’astrattismo è stato forse il linguaggio del Novecento, la lingua del secolo. Dove sta il lascito più duraturo di Vinicio Berti? Nell’aver capito che l’astrazione poteva presto diventare una lingua afona, autoreferenziale, solipsistica, per nulla sociale” dichiara il critico d’arte Luca Nannipieri. “Vinicio Berti era comunista e pativa questa intima contraddizione: come si può lottare per una giustizia sociale, per dare dignità di lavoro e di diritti ai disagiati, ai più poveri, e al tempo stesso produrre un’arte astratta che non aveva alcuna incidenza sociale? Vinicio Berti sarà ricordato come uno degli artisti italiani del Secondo Novecento che meglio ha testimoniato la crisi dell’astrazione, che, pur volendolo, non ha mai saputo trasformarsi in lingua sociale, in lotta comunitaria”.
Il convegno, finalizzato ad analizzare e a mettere finalmente in luce la poliedrica attività di questo grande, e finora spesso trascurato, artista, sarà articolato in una serie di interventi da parte di critici e studiosi, suddivisi tra Palazzo Vecchio e il Museo Novecento:
Palazzo Vecchio (Sala d’Arme)
Inizio lavori ore 10.30
Intervengono:
Sergio Risaliti, direttore artistico Museo Novecento; Luca Nannipieri, critico d’arte; Carlo Frittelli, gallerista; Claudio Crescentini, storico dell’arte, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Silvia Fiaschi, restauratrice; Giovanna Lambroni, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; Roberto Visconti, attore.
Museo Novecento (Sala Cinema)
Inizio lavori ore 15.30
Intervengono:
Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Firenze; Sergio Risaliti, direttore artistico Museo Novecento; Emiliana Biondi, storica dell’arte, Archivio dell’Arte Metafisica, Milano; Riccardo Guarneri, artista; Marco Casamonti, architetto Studio Archea; Eva Francioli, Associazione Mus.e – Museo Novecento; Giovanna Uzzani, storica dell’arte; Roberto Visconti, attore.
Il progetto sarà completato nell’arco del 2021 dalla pubblicazione di un volume dedicato alla Raccolta Vinicio Berti di proprietà del Comune di Firenze e dall’organizzazione di un progetto espositivo incentrato su un’opera della collezione, rappresentativa del percorso artistico di Vinicio Berti.
Il convegno è realizzato in collaborazione con la Galleria Frittelli Arte Contemporanea.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. La prenotazione è fortemente consigliata all’indirizzo: segreteria.museonovecento@musefirenze.it
Vinicio Berti – Note biografiche
Nato a Firenze nel 1921 da una famiglia di umili origini, Vinicio Berti seguì studi di
tipo tecnico-industriale ed artistici, esordendo nel 1942 con opere di carattere realista- espressionista in cui sviluppò i motivi stilistici adottati inizialmente nella grafica e
nella tipografia. Iniziò così la sua partecipazione al movimento di rinnovamento
dell’Arte contemporanea italiana. Nel 1945 fondò, insieme a Bruno Brunetti, Fernando Farulli, Gualtiero Nativi e al poeta Alberto Caverni, il giornale “Torrente”.
Tra i protagonisti del movimento Arte d’Oggi, si avvicinò alla pittura all’inizio degli anni Quaranta, con opere dal sapore tardo-espressionista e post-futurista, approdando nel 1947 ad una pittura di tipo astratto-geometrico, dopo una fase di personale rilettura del cubismo e del futurismo (1945-1947). Vicino a Giovanni Michelucci e ai critici Ermanno Migliorini e Giusta Nicco Fasola, fu tra i fondatori dell’Astrattismo Classico, di cui sottoscrisse il Manifesto nel 1950 insieme a Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti. Dopo una breve fase caratterizzata da un intenso lavoro collettivo, si dedicò ad una ricerca individuale.
Agli anni della maturità risalgono dipinti spesso incentrati sul tema della città e sul rapporto conflittuale instaurato con essa dall’artista, quali ad esempio le opere delle serie Espansione dell’Astrattismo Classico (1951-1955), Cittadelle ostili (1955-1956), Cittadelle di resistenza (1966-1967). Agli anni Sessanta appartengono lavori maggiormente grafici e più vicini all’informale. Nel 1963 ricevette a Firenze il premio Il Fiorino.
La sua ricerca, caratterizzata da un costante impegno politico e da una speciale attenzione rivolta alle problematiche della scienza e della società contemporanee, proseguì con eguale intensità negli anni Settanta e Ottanta, traducendosi in un inteso lavoro sulla serie, evidente soprattutto nei cicli Realtà antagonista (1970-1980) e Guardare in alto (1981-1991). Parallelamente all’attività di pittore sviluppò quella di illustratore e fumettista, concentrandosi soprattutto su pubblicazioni per ragazzi. Tra i personaggi più celebri si ricordano Atomino e il suo Pinocchio.
Informazioni
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