GALLERIA DELL’ACCADEMIA DI FIRENZE
Grandi lavori alla Gipsoteca
al via la campagna fotografica e di conservazione dei gessi
e la digitalizzazione dell’Archivio Bartolini
La Galleria dell’Accademia di Firenze è in grande fermento. In questo momento di lockdown forzato, numerosi sono i cantieri in corso per rendere il museo più funzionale e accogliente in vista della prossima riapertura al pubblico. Dopo la Sala del Colosso, dove i lavori sono ancora in itinere, è la volta della Gipsoteca che necessita sia di importanti interventi di ordine strutturale che legati all’impianto di climatizzazione.
“La Gipsoteca è di sicuro uno dei fiori all’occhiello della Galleria dell’Accademia.” Dichiara il direttore Cecilie Hollberg. “Queste fondamentali azioni di restauro e consolidamento, iniziate a dicembre 2020, ci danno l’opportunità di accendere i riflettori sulla figura di un artista come Lorenzo Bartolini e sulle sue sculture, qui esposte. Un’attenzione che sarà rivolta anche ad approfondire l’Archivio storico Bartolini, che verrà digitalizzato in questi prossimi mesi, permettendo, una volta terminato, di poterlo consultare senza comprometterne la conservazione.”
Il salone ottocentesco della Gipsoteca, già sede della corsia delle donne dell’antico ospedale di San Matteo, poi incorporato nell’Accademia di Belle Arti, raccoglie la collezione dei gessi, quasi tutti modelli originali di Lorenzo Bartolini, uno dei più importanti scultori italiani a cavallo fra il Sette e l’Ottocento, insieme a quelli del suo allievo Luigi Pampaloni. La collezione fu acquisita dallo Stato italiano dopo la morte dell’artista. Un allestimento di grande fascino che ricrea idealmente lo studio di Bartolini, arricchito da 20 dipinti di maestri ottocenteschi che hanno studiato o insegnato all’Accademia.
I lavori hanno necessariamente comportato la movimentazione delle opere contenute in questa sala. I 264 busti ritratti sono stati spostati dalle mensole che a vari livelli corrono lungo le pareti dell’ambiente e, insieme alle 60 sculture monumentali e i 40 bassorilievi, troveranno collocazione in altre aree della Galleria. Con l’occasione, è stata avviata un’accurata campagna fotografica, condotta da Antonio Quattrone, che permetterà di dotare il museo di un corredo digitale completo per la documentazione dell’opera dello scultore toscano. I gessi, inoltre, con il coordinamento della funzionaria restauratrice del museo e con il supporto di una restauratrice specializzata, sono stati sottoposti a un’attenta verifica dello stato di conservazione con alcuni interventi di stuccatura e, soprattutto, di manutenzione attraverso una spolveratura con l’ausilio di pennelli a setole morbide e di aspiratori ad hoc, che ha permesso di rimuovere depositi di polvere e sporcizia.
Contemporaneamente, la Galleria dell’Accademia di Firenze ha iniziato la digitalizzazione dell’Archivio storico Lorenzo Bartolini, altro importante tassello del patrimonio del museo. L’archivio è pervenuto alla Galleria tramite due distinte donazioni, avvenute rispettivamente nel 2011 e nel 2013, a cura della Fondazione no-profit “Friends of Florence” e dell’Associazione “Amici del Museo degli Strumenti musicali”. I due nuclei furono acquistati dagli eredi e la documentazione venne al tempo accuratamente riordinata e inventariata. Suddiviso in nove serie, l’archivio contiene carteggi personali e di lavoro, corrispondenza relativa alla committenza delle opere, minute, documentazione di natura legale e contabile, taccuini con disegni, e materiale a stampa. L’arco temporale delle carte va dal 1810 al 1850, anno della morte dello scultore. La documentazione successiva, datata fino al 1935, ripercorre vicende legate alle questioni ereditarie.
L’Archivio comprende circa 12.800 carte manoscritte; si compone inoltre di circa 870 pagine di materiale a stampa, per lo più ottocentesco, comprendente libri, opuscoli e articoli di giornale.
La scansione ottica dei documenti dell’archivio Bartolini prevede circa sei mesi di lavoro. La crisi sanitaria e la conseguente chiusura dei Musei e dei luoghi della cultura, secondo anche le intenzioni del Mibact, ha reso quanto mai attuale il tema della consultazione degli archivi da remoto e della loro necessaria digitalizzazione.
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