Michael Snow
Suoni di Snow
Venerdì 13 novembre 2020 dalle ore 17:00 alle ore 19:00
Diretta streaming sul profilo Instagram di Base / Progetti per l’arte (base_progettiperlarte_firenze)
English text below
Base / Progetti per l’arte presenta il nuovo progetto del noto artista canadese Michael Snow, che compirà 92 anni il prossimo 10 dicembre, ideato appositamente per lo spazio fiorentino sia nella sua forma fisica che virtuale.
Il titolo del progetto Suoni di Snow mette al centro l’importanza che da sempre ricopre l’esperienza sonora nella ricerca dell’artista, noto fin dalla fine degli anni Cinquanta per la sperimentazione di differenti media come la scultura, la pittura, il film e la video installazione. La mostra fiorentina è pensata come un’esperienza totalizzante in cui le singole opere visivo-sonore, per mezzo di un programma di temporalizzazione, fanno “risuonare” lo spazio e gli elementi in esso contenuti. Tale approccio apre la questione su cosa si possa intendere per “esperienza dal vivo” in un orizzonte globale caratterizzato dalle piattaforme digitali e, oggi, anche da una pandemia mondiale che conduce l’Europa in un secondo inevitabile lockdown. L’artista descrive, a tal proposito, la sua mostra/evento di Firenze in forma di partitura musicale: “La sequenza deve essere ripetuta per due volte: prima l’opera video (proiettata nella sala grande): Snow In Vienna – 34 minuti, seguita dall’opera audio (diffusa nella seconda stanza con una cassa amplificata): Room – 6 minuti (3 minuti, ma ripetuto per due volte). L’esperienza continua con l’opera video (proiettata nella sala grande): Cityscape – 9 minuti, seguita a sua volta dall’opera sonora (diffusa nella seconda stanza con una cassa amplificata): Room – 9 minuti (3 minuti, ma ripetuti per 3 volte).”
La speciale diretta streaming di due ore non solo propone un dialogo inedito tra le opere sonore e quelle video che Michael Snow ha pensato per la mostra di Firenze, punta inoltre a creare un’esperienza unica ed originale, trasmessa online e per un pubblico virtuale.
Le opere presenti a Base a Firenze sono: Il video Snow In Vienna, della durata di 34 minuti, della regista Laurie Kwasnik che documenta un raro concerto per pianoforte che l’artista ha tenuto alla Wiener Konzerthaus nel 2012 e di cui lui è particolarmente orgoglioso. Cityscape è il video, della durata di 8,28 minuti e realizzato nel 2019, con cui Snow si è concentrato sull’orizzonte della sua città (Toronto) amplificando, per mezzo delle nuove tecnologie, i movimenti di camera –panoramica e rotazione a velocità diverse – già usati nel suo film La Région Centrale del 1971. Lo scopo è quello di attivare una percezione inedita dello skyline – permesso anche dalla colonna sonora che enfatizza e dona ritmo ai movimenti di camera – e rimanda all’energia potente che emana la città moderna. Room è l’installazione sonora di 2,16 minuti costituita da una composizione eseguita da Snow nel 2017 al pianoforte e poi diffusa, per la prima volta, in un vecchio fienile per il Festival di Leve in Spagna. Infine, per la mostra a Base l’artista propone uno speciale manifesto/edizione realizzato assemblando le immagini del suo concerto a Vienna, conferendo così alla documentazione una nuova presenza capace di far riflettere sull’importanza della condivisione del gesto del fare musica e del fare arte come se fosse sempre la prima volta.
Dal 3 dicembre la mostra sarà visibile, nel rispetto dei provvedimenti restrittivi dell’ultimo DPCM e salvo nuovi aggiornamenti, in maniera contingentata e su prenotazione in linea con la normativa vigente in termini di sicurezza.
Michael Snow (Toronto, Canada, 1928; vive e lavora a Toronto) nella sua lunga carriera ha indagato differenti media per realizzare una riflessione radicale sulla natura degli strumenti adottati, ma anche per stimolare le potenzialità percettive e interpretative del fruitore. Ha lasciato un segno indelebile nel linguaggio del cinema sperimentate già dall’opera New York Eye and Ear Control del 1964 in cui fa dialogare cinema d’animazione e immagini reali, oltre ad introdurre il suono della musica jazz come chiave di svolta narrativa. Il suo film Wavelength, che nel 1967 viene presentato a vari festival di cinema sperimentale, è considerato da subito un capolavoro. Snow nel corso degli anni Settanta (con opere fotografiche come Authorization del 1969 e Sink del 1970) indaga in direzioni differenti l’istante in cui l’oggetto della realtà viene tradotto in un’immagine. Indagine che porta avanti anche con il film Breakfast (Table Top Dolly) del 1976 – in cui la macchina da presa si avvicina al tavolo imbandito fino a spingersi oltre e comprimere tutto contro la parete – o con il quadro The Squerr (Ch’art) del 1978, in cui una griglia di linee rosse è dipinta sulla tela con distorsioni come se fosse deformata in quanto osservata da una lente. Dagli anni Ottanta, con sculture e grandi installazioni nello spazio pubblico, di cui un buon esempio è The Audience (1988/89) al Rogers Centre di Toronto, realizza al contempo un omaggio ironico e una critica antropologica al pubblico dei grandi eventi. Mentre l’evoluzione delle tecniche di intrattenimento digitali che si sviluppano dagli anni Novanta inducono Snow – con opere sonore come il vinile dal titolo The last LP del 1987 e film come See You Later, Au Revoir del 1990 dal titolo o The Solar Breath del 2002 – a proporre un suo personale concetto di spettacolarizzazione di un evento minimo e che normalmente passerebbe inosservato, oltre al far analizzare la tensione che il soggetto vive tra il “qui” e “lì” per mezzo delle piattaforme social e dalle informazioni globalizzate. Tra le molte mostre personali a cui ha partecipato l’artista recentemente ricordiamo: Closed Circuit, Guggenheim Museum Bilbao, Bilbao, Spain, 2018; Photo-Centric, Philadelphia Museum of Art, 2014; Recent Works, Vienna Secession, Vienna, Austria, 2012; Recent Snow, The Power Plant, Toronto, 2010. Mentre tra le mostre collettive sono da citare: 3D: Double Vision, Art of the Americas Building, LACMA, Los Angeles, California, 2019; Biennale de l’Image Possible, Les Chiroux, Centre culturelde Liege, Liege, Belgium, 2016; Pliure, Foundation Calouste Gulbenkian, Paris, France, 2015; Michael Snow: The Legacy of Wavelength, MoMa, New York, 2014; Builders: Canadian Biennial 2012, National Gallery of Canada, Ottawa, 2012; Essential Cinema, Toronto International Film Festival (TIFF) Light Box, Toronto, 2010.
Base / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / Progetti per l’arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, Basetalks(!) (Gum Studio, Brown Project Space, 26cc, Sottobosco, Trastevere 259), Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, Radicaltools (Ufo, Gianni Pettena, Archizoom, Zziggurat, Remo Buti, 9999, Superstudio), Koo Jeong-A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, Martin Creed, Ken Lum, BaseOpen (Margherita Moscardini, Francesco Fonassi, Giuseppe Stampone, Giulio Delvé, Gaia Geraci, Marcello Spada, Jacopo Miliani, Riccardo Giacconi, Jaya Cozzani/Marco Andrea Magni/Agostino Osio), Jiří Kovanda, Nicole Miller, Luca Trevisani, Richard Long, Roman Ondak, Ryan Gander, Gerhard Merz, Ian Kiaer, vedovamazzei, Karin Sander, Francesco Arena che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Cesare Viel, Deimantas Narkevicius, Jose Davila, Simon Fujiwara, Pierre Huyghe, Rosa Barba, Adrian Paci, ….
3 dicembre / 17 dicembre 2020
gio-sab 18-20 | come vetrina
Base / Progetti per l’arte
Via San Niccolo 18r / Firenze
Info: +39 3286927 778 | +39 3292298 348 | +39 347 7210222
info@baseitaly.org / www.baseitaly.org
Michael Snow
Suoni di Snow
Friday, November 13, 2020 from 5pm – 7pm
Live streaming on Base / Progetti per l’arte Instagram (base_progettiperlarte_
Base / Progetti per l’arte presents the new project specially conceived for the Base space, both in its physical and virtual form, by the famous Canadian artist Michael Snow, who will turn 92 on 10 December.
The title of the project Suoni di Snow focuses on the importance that has always overlaid the sound experience in the artist’s research, known since the end of the 1950s for experimenting with different media such as sculpture, painting, film and video installation. The exhibition in Florence is conceived as an all-encompassing experience in which the individual visual-sound works, by means of a temporalization program, make the space and the elements it contains “resonate”. This approach raises the question of what can be understood by “live experience” in a global horizon characterized by digital platforms and, today, also by a global pandemic that leads Europe into an inevitable second lockdown. In this regard, the artist recounts his exhibition / event in Florence in the form of a musical score: “The following performance must be repeated in its entirety twice. First the video work [shown in the great hall]: Snow In Vienna – 34 minutes. It is followed by the audio work [played in the second room with an amplified speaker]: Room – 6 minutes (3 minutes, but repeated twice). The experience continues with the video work [projected in the great hall]: Cityscape – 9 minutes. In turn followed by the audio work [broadcast in the second room with an amplified speaker]: Room – 9 minutes (3 minutes, but repeated 3 times).
The two-hour live broadcast offers an unpublished dialogue between the sound and video works that Michael Snow has created specifically for the space of Base in Florence that can be used online and specifically dedicated to the virtual public.
The works on display at Base in Florence are: Snow In Vienna, 34 minutes, colour, sound, is a chapter from a long-form documentary project called Fields of Snow that director Laurie Kwasnik has been producing about Snow’s music. The film documents a rare solo piano concert Snow gave at the Wiener Konzerthaus in 2012, a performance that the prolific musician is particularly proud of. Cityscape, 8:28 minutes, colour, sound 2019, invited to create a new film in ultra large format IMAX, Snow elected to focus on a view of his home city Toronto, as seen from the islands offshore. Recalling his three-hour landscape film La Région Centrale (1971), Snow applies similar camera movements – panning and rotating at different speeds – to activate the city skyline. The soundtrack is built on the Amen drum break, central to Drum and Bass music, an expression of the energy of the city. The sound uses playback speed as a compositional element, rhythmically in sync with the camera movements. Room, Sound installation 2017 2:16 minutes, starts at the bottom and goes to the top. Originally commissioned by LEVE (near Leon, Spain) for their annual sound edition, Snow performed and recorded this piano piece to be played back in an old barn in the oak forests of La Cepeda region that had been repurposed as a sound studio. For BASE, the original process is applied, in this room in Florence.
From December 3, the exhibition will be visible, in compliance with the restrictive measures of the latest Prime Minister’s Decree and subject to new updates, on a contingent basis and by reservation in line with current legislation in terms of safety.
Michael Snow (Toronto, Canada, 1928; lives and works in Toronto) in his long career has investigated different media to make a radical reflection on the nature of the tools used, but also to stimulate the perceptive and interpretative potential of the user. He left an indelible mark on the language of cinema in the 1964 work New York Eye and Ear Control in which he creates a dialogue between animation and real images, as well as introducing the sound of jazz music as a narrative turning point. His film Wavelength, which in 1967 was presented in various experimental film festivals and was immediately considered a masterpiece. Snow during the Seventies (with photographic works such as Authorization from 1969 and Sink from 1970) investigates in different directions the instant in which the reality of the object is translated into an image. Further his research also in the 1976 film Breakfast (Table Top Dolly) – in which the camera approaches the set table until it goes further and compresses everything against the wall – or with the painting The Squerr (Ch’art) of 1978, in which a grid of red lines is painted on the canvas with distortions as if it were deformed when viewed by a lens. Since the Eighties, with sculptures and large installations in public spaces, of which a good example is The Audience (1988/89) presented at Rogers Centre in Toronto, he has created both an ironic homage and an anthropological critique of the public at great events. While the evolution of digital entertainment techniques that have developed since the 1990s leads Snow – with sound works such as vinyl entitled The last LP from 1987 and with films such as that of 1990 entitled See You Later, Au Revoir or that of 2002 entitled The Solar Breath – to propose his own personal concept of spectacularization of a minimal event that would normally go unnoticed, in addition to analyzing the tension that the subject lives between the “here” and “there” by means of social platforms and globalized information. Among the many solo exhibitions of note in which the artist has recently participated: Closed Circuit, Guggenheim Museum Bilbao, Bilbao, Spain, 2018; Photo-Centric, Philadelphia Museum of Art, 2014; Recent Works, Vienna Secession, Vienna, Austria, 2012; Recent Snow, The Power Plant, Toronto, 2010. While among the group exhibitions to be mentioned: 3D: Double Vision, Art of the Americas Building, LACMA, Los Angeles, California, 2019; Biennale de l’Image Possible, Les Chiroux, Center culturelde Liege, Liege, Belgium, 2016; Pliure, Foundation Calouste Gulbenkian, Paris, France, 2015; Michael Snow: The Legacy of Wavelength, MoMa, New York, 2014; Builders: Canadian Biennial 2012, National Gallery of Canada, Ottawa, 2012; Essential Cinema, Toronto International Film Festival (TIFF) Light Box, Toronto, 2010.
Base / Progetti per l’arte is an idea of artists for artists. Base is a unique place for art practice in Italy. The activity, begun in 1998, is curated by a collective of artists who live and work in Tuscany, promoting in Florence, some of the most interesting aspects of art today. Base is a dialogue on contemporaneity open to an international discourse. Currently the Base artist collective is: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi. Since its foundation, there have been more than sixty exhibitions including: Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, Basetalks(!) (Gum Studio, Brown Project Space, 26cc, Sottobosco, Trastevere 259), Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, Radicaltools (Ufo, Gianni Pettena, Archizoom, Zziggurat, Remo Buti, 9999, Superstudio), Koo Jeong-A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, Martin Creed, Ken Lum, BaseOpen (Margherita Moscardini, Francesco Fonassi, Giuseppe Stampone, Giulio Delvé, Gaia Geraci, Marcello Spada, Jacopo Miliani, Riccardo Giacconi, Jaya Cozzani/Marco Andrea Magni/Agostino Osio), Jiří Kovanda, Nicole Miller, Luca Trevisani, Richard Long, Roman Ondak, Ryan Gander, Gerhard Merz, Ian Kiaer, vedovamazzei, Karin Sander, Francesco Arena who have presented new projects conceived for the space. Next exhibitions: Cesare Viel, Deimantas Narkevicius, Jose Davila, Simon Fujiwara, Pierre Huyghe, Rosa Barba, Adrian Paci, ….
December 3 – December 17, 2020
Base / Progetti per l’arte
via San Niccolò 18r / Firenze
Thursday-Saturday 6-8pm | through the window
Info: +39 3286927 778 | +39 3292298 348 | +39 347 7210222
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