Il trono vuoto di Roberto Andò diventa un film
VIVA LA LIBERTÀ
con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto
Nelle sale il 14 febbraio
“… Sì, al momento anche il trono della politica italiana è vuoto. Tutt’ intorno si aggirano populisti, demagoghi, guitti, attori di cabaret, severi accademici o ingrigiti burocrati. Ma un vero leader, capace di emozionare, di toccare le corde del sentimento, di far passare un brivido nella schiena e magari anche di commuovere, purtroppo ancora non si vede….” Giovanni Valentini
“… un romanzo impegnato, o come si usava dire una volta, un romanzo di impegno civile, che è fatto di equivoci, di persone che scompaiono e ricompaiono, di amori fugaci, di incontri, ma i cui protagonisti si occupano di una materia di cui non si parla mai nei romanzi italiani: la politica.” Andrea Camilleri
Un vero leader: chi è, cosa dice, come si chiama? Enrico o Ernani? Difficile rispondere, soprattutto se hanno la stessa faccia. A un anno dalla sua uscita Il trono vuoto (Bompiani 2012, Premio Campiello Opera Prima) è diventato un film, diretto dallo stesso Roberto Andò. Si chiama Viva la libertà, ed è interpretato da Toni Servillo e da Valerio Mastandrea. Un film a dir poco perfetto per il momento storico, ma, a differenza del momento storico, anche molto divertente. Sarà nelle sale il 14 febbraio. Prodotto da Bibi Film e Rai Cinema, Viva la libertà racconta del segretario del principale partito d’opposizione, Enrico Oliveri, in crisi perché i sondaggi per l’imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte, dopo l’ennesima contestazione, Oliveri si dilegua, lasciando un laconico biglietto. Negli ambienti istituzionali e del partito, fioccano le illazioni, mentre la sua eminenza grigia, Andrea Bottini e la moglie, Anna, continuano ad arrovellarsi sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. È Anna a evocare il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale, segnato dalla depressione bipolare. Andrea decide di incontrarlo e ne resta talmente affascinato da iniziare a vagheggiare un progetto che ha la trama di un pericoloso azzardo.
Così, d’improvviso, un bel giorno, il segretario riappare sulla scena: inizia a parlare una lingua diversa, poetica e lucida, che colpisce, sorprende. Le quotazioni del partito riprendono a salire, mentre l’opinione pubblica e le piazze tornano a infiammarsi d’entusiasmo. Nel rapido succedersi di eventi che caratterizza la campagna elettorale, il segretario diventa oggetto di un’ammirazione senza precedenti. Viva la libertà è un ironico affresco del nostro paese fermo sul ciglio del baratro, sulla rifondazione della leadership in un paese malato. È anche l’occasione per vedere un Servillo al massimo grado, interprete dell’uno e dell’altro fratello, depresso e insicuro il primo, geniale e consapevole l’altro. E accanto a lui un Mastandrea in stato di grazia, che piega il cinismo iniziale verso uno stupore quasi incandescente. Ernani e Bottini non si dimenticano.
Roberto Andò è nato a Palermo nel 1959, è regista di teatro di prosa, lirica e cinema. Tra i suoi film Il Manoscritto del Principe (2000), con Michel Bouquet e Jeanne Moreau, dedicato agli ultimi anni di vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Sotto falso nome (2004), interpretato da Daniel Auteuil e Anna Mouglalis e Viaggio segreto (2006), ispirato al romanzo di Josephine Hurt The recostructionist, con Alessio Boni, Donatella Finocchiaro, Emir Kusturica. In teatro ha di recente messo in scena Il Dio della carneficina di Yasmina Reza, con Silvio Orlando, Anna Bonaiuto, Alessio Boni e Michela Cescon. Il trono vuoto, pubblicato da Bompiani, ha vinto il Campiello Opera Prima 2012.
Foto di scena di Lia Pasqualino
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