Leone Piccioni
Memoriette
Pananti, 2011
Pag. 42
Stampato in 300 esemplari
Vecchie carte e nuove schede
1950-2010
Nicomp
Pag. 224, € 16,00
Una duplice uscita per Leone Piccioni, critico letterario e uno degli ultimi testimoni della grande stagione novecentesca, amico e compagno di strada di poeti e critici come Mario Luzi, Giorgio Caproni e Carlo Bo.
Studioso nato alla scuola di De Robertis, curatore del primo Meridiano Ungaretti, Leone Piccioni ha la dote di saper coniugare la più sottile analisi filologica con impressioni e fatti biografici, raccontati con una lingua sempre attenta alla comunicazione. Attenzione che deriva a Piccioni dall’aver affiancato alla sua attività saggistica, il lavoro in Rai – ne è stato vicedirettore dal ‘69 al ‘91- dove curò la trasmissione L’Approdo letterario a cui collaborarono intellettuali come Carlo Betocchi e Riccardo Bacchelli, e al cui archivio dobbiamo molto della memoria storica del novecento.
Memoriette raccoglie in forma di brevi racconti e apologhi alcuni scritti recenti. Nelle raffinate piccole edizioni Pananti, dunque, le allegre memorie disegnano ritratti fulminanti di personaggi sconosciuti ma anche di nomi leggendari del secolo trascorso, da De Gasperi a Ungaretti, da Burri a Gadda. A Gadda è dedicata una sezione, dove l’identikit del Gran Lombardo è tracciata attraverso battute e episodi che rivelano la sua costante paradossalità. Uno spirito umoristico ma anche morale percorre tutto il libretto. Da non perdere la carrellata dei sacerdoti di provincia e dei loro interlocutori, perlopiù atei incalliti della campagna toscana che rivelano, attraverso una battuta, un litigioso ma fervido dialogo con Dio.
Vecchie carte e nuove schede raccoglie, invece, sessant’anni di letture, giudizi ritratti, ricordi, da Gadda a Landolfi, da Bontempelli a Delfini, da Lisi a Moravia, fino ai nuovi narratori e narratrici contemporanei – Daniele Del Giudice, Cristina Comencini, Margaret Mazzantini. Piccioni raccoglie con la consueta misura e il senso innato dell’eleganza alcune voci dalla sua critica giovanile, al solito sobria acuta precisa, e le mescola con articoli recenti, come quello che commenta il passaggio dalla sua storica edizione ungarettiana del 1969 all’ultima di Carlo Ossola nei “Meridiani” della Mondadori. E’ lo sguardo lungo di chi sa quanto autentico e stupendo sia stato quel sogno di letteratura, arte e di critica. Sullo sfondo è Firenze, la città da amare e sempre da rimpiangere, come un amore mai completamente vissuto.
Leone Piccioni nasce a Torino nel 1925, trascorre la sua giovinezza a Pistoia, vive a Roma. Studia all’Università di Firenze con Giuseppe De Robertis e all’Università di Roma con Giuseppe Ungaretti e insegna successivamente a Roma e alla LUISS di Milano, letteratura italiana moderna e contemporanea. Assunto in RAI nel 1946, ricopre importanti incarichi direttivi fino alla nomina, nel 1969, a vice direttore generale. E’ redattore de L’Approdo letterario e curatore della omonima trasmissione radiofonica e televisiva. E’ stato direttore de La Discussione. Come critico letterario, oltre a decine di edizioni e saggi su Ungaretti, di cui ha curato l’edizione del primo Meridiano (Mondadori, 1969), ha curato edizioni e scritto saggi su autori come Federigo Tozzi, Carlo Emilio Gadda, Giacomo Leopardi.
Tra i suoi libri: Due saggi sulla poesia di Ungaretti, Novagrafica, 1948; Lettura leopardiana e altri saggi, Vallecchi, 1952; Sui contemporanei, Fabbri, 1953; La narrativa italiana tra romanzo e racconti, Mondadori, 1959; Maestri e amici, Rizzoli, 1969; Troppa morte, troppa vita: viaggi e pensieri intorno agli USA, Vallecchi, 1969; Vita di un poeta: Giuseppe Ungaretti, Rizzoli; Maestri veri e maestri del nulla, Società editrice internazionale, 1979; Proposte di lettura, Rusconi, 1985; Profili: Saba, Cardarelli, Ungaretti, Montale, Rizzoli, 1995. Negli ultimi anni la Erreciedizioni – i Quaderni del circolo, ha pubblicato, a cura di Santino Bonsera, la ristampa di Lavagna bianca, 2007 e le raccolte Memoria e fedeltà, 2007 e Ritratto in bianco e nero, 2010.
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